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Università, dopo la Pandemia gli studenti preferiscono e-learning

Allarme abbandono studi, sono oltre 500.000 gli studenti che alzano bandiera bianca mentre 8 su 10 preferiscono il monitor all'aula

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Da un’indagine Unicusano su un campione di oltre 8mila universitari emerge come l’80% di loro preferisca una formazione più smart, con la possibilità di seguire i corsi da remoto. 

L’80% degli studenti italiani, ovvero 8 su 10, dichiara di preferire modalità di studio più smart: l’e-learning e la possibilità di seguire i corsi universitari da remoto. Dall’ultima infografica dell’Unicusano, elaborata su un campione di oltre 8mila studenti, emerge un quadro ben preciso: la pandemia ha cambiato, se non addirittura rivoluzionato, anche le abitudini di chi frequenta gli atenei. E questo per alcuni indubbi vantaggi: modalità e-learning, materiale didattico sempre a disposizione e l’intensa attività di tutoraggio.

Ma non solo. Perché per chi si è iscritto all’università dopo l’inizio della pandemia, i vantaggi di seguire le lezioni di un’università telematica sono diversi: il 77,2% delle nuove matricole dice di aver preferito l’università telematica per le caratteristiche tipiche di atenei come l’Università Cusano che consentono di seguire i corsi sia da remoto sia in presenza. Il 13,8% invece afferma di aver scelto l’università online prevalentemente per ragioni di salute e sicurezza, l’8,9% ha evidenziato una mancanza di efficienza degli atenei tradizionali.

Tanto che una recente indagine dell’Università di Torino, in collaborazione con il Centro Luigi Bobbio e Unires, ha messo in evidenza come il 72% dei docenti di un’università tradizionale sia riuscito ad attivare la didattica a distanza entro il 13 marzo 2020, confermando allo stesso tempo i ritardi nel servizio. In più, soltanto il 67% dei professori ha modificato un po’ sia i contenuti sia la struttura delle proprie lezioni a fronte dell’emergenza sanitaria.

Una disorganizzazione che, a leggere le ultime stime Istat, ha pesato sul corso universitario degli studenti: rispetto alla media europea (32,8%), in Italia soltanto il 20,1% è in possesso di una laurea. Ma non è l’unico dato negativo emerso: oltre 500mila ragazzi hanno lasciato gli studi nel periodo della pandemia.

Per quel che riguarda la pandemia, più nel dettaglio, dichiara di aver scelto un’università telematica a causa del Covid-19 il 16,5% del campione di chi si è iscritto negli ultimi due anni.

Interessanti anche i dati sul rapporto tra ore di studio a distanza o in presenza. Dall’analisi di Unicusano emerge che circa 8 studenti su 10 dedicano più ore allo studio da remoto rispetto al periodo pre-pandemia. Il 41,6% ha indicato un aumento delle ore di studio a distanza di almeno il 25%; dice di aver raddoppiato il tempo di studio da remoto il 17,5% del campione; il 20,5% degli intervistati ha segnalato una crescita di oltre il 75%.

L’analisi di Unicusano prende in esame anche i percorsi formativi che hanno registrato un rinnovato interesse. Negli ultimi due anni le facoltà dell’ateneo che hanno segnato la crescita maggiore nel numero di iscritti ai Corsi di Laurea sono state Ingegneria e Psicologia.

Per i Master universitari di I o II livello viene segnalato un trend di crescita molto evidente per le aree medico-sanitaria e mondo-scuola.

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