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Parte la riforma della professione di Perito Industriale

Giovanni Esposito, presidente del Consiglio nazionale dei periti industriali soddisfatto dei cambiamenti in atto nella professione

Fonte immagine: pixabay
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La pubblicazione dei decreti abilitanti per le lauree professionalizzanti aggiunge un tassello fondamentale alla riforma della professione di Perito Industriale. E nello stesso tempo apre un nuovo scenario per l’intero Paese

“La pubblicazione dei decreti abilitanti per le lauree professionalizzanti aggiunge un tassello fondamentale alla riforma della professione di Perito Industriale. E nello stesso tempo apre un nuovo scenario per l’intero Paese”. Così Giovanni Esposito, presidente del Consiglio nazionale dei periti industriali commenta la pubblicazione dei primi decreti attuativi della Legge Manfredi (legge 163/21) che rendono abilitanti le tre classi di laurea professionalizzanti LP01 per le professioni tecniche per l’edilizia e il territorio, LP02 per le professioni tecniche, agrarie, alimentari e forestali e LP03 per le professioni tecniche industriali dell’informazione.

“Il via libera di questi decreti - spiega - snelli e chiari nella loro articolazione- rappresenta per la categoria dei Periti Industriali un altro passo in avanti per quella riforma complessiva avviata con la legge del 2016 che ha sancito l’obbligo di una laurea triennale per accedere all’albo".

"I DM - sottolinea - non solo agevolano le modalità di accesso all’esercizio delle professioni regolamentate, così come previsto dal Piano di ripresa e resilienza, ma operano nello stesso tempo una semplificazione e razionalizzazione delle specializzazioni nelle quali è suddiviso l’albo dei Periti industriali, dalle 26 attuali alle 8 sezioni, più rispondenti al mercato della professione".

"I decreti - osserva il presidente Esposito - aprono inoltre un nuovo scenario per il nostro Paese nel suo complesso e per tutti quei giovani che vorranno intraprendere il percorso della libera professione: rendere abilitanti le lauree professionalizzanti significa che la formazione maturata durante il corso di studi universitari, anche grazie all’anno di tirocinio, diventerà più corrispondente alle conoscenze e alle abilità che dovrà possedere il professionista".

"La nostra soddisfazione inoltre - afferma - è duplice perché i decreti sono il frutto di quel lavoro costante svolto insieme alle altre professioni tecniche. Per questo ringrazio tutti i partecipanti ai tre tavoli di coordinamento, dai rappresentati del Ministero dell’Università a quelli della giustizia, fino ai componenti del Consiglio universitario nazionale (Cun), dei Rettori (Crui) e naturalmente delle altre professioni coinvolte".

"Ora - dice - subito al lavoro per attuare l’articolo 4 della stessa legge, quindi rendere abilitanti gli altri corsi di laurea che danno accesso alla nostra professione, eliminando così sovrapposizioni di competenze e ambiti professionali simili, e completare così quel processo di riforma indispensabile per le professioni tecniche”.

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