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Superbonus, le banche semplificano la cessione del credito

L'ABI ha elaborato una mini guida semplificativa anche se l'istruttoria da superare per la cessione rimane a pagamento

Fonte immagine: Pixabay
  • fasi di studio per i Superbonus

Trattandosi di una detrazione fiscale, il superbonus 110% così come gli altri bonus previsti nell'edilizia, non possono essere fruiti dal cliente tramite un'erogazione di denaro diretta. Si possono fruire come detrazione fiscale sulla propria dichiarazione redditi, si può cedere il credito ad un Ente creditizio oppure alla ditta con lo sconto in fattura.

Sconto in fattura o cessione del credito? Il dilemma che ha accompagnato fin dalla sua genesi la fruizione dei bonus fiscali in campo edilizio è ancora irrisolto.

Ma se fino ad oggi a muovere i passi più importanti per rendere più agevole le procedure per i clienti erano state le ditte che facendosi girare dai clienti stessi il diritto a fruire dell’agevolazione applicando lo sconto in fattura, nelle ultime settimane le banche hanno deciso di spingere sull’acceleratore per rendere più smart la pratica della cessione del credito. 

Superbonus 110%

La direttiva è partita dall’ABI, l’Associazione bancaria italiana, che ha dato l’input ai vari istituti di credito di studiare forme per facilitare l’utilizzo della cessione dei crediti fiscali legati alle ristrutturazioni.

L’Abi ha in tal senso approntato una mini guida, realizzata in collaborazione con le banche e le associazioni dei consumatori, in cui spiega come chi effettua interventi di miglioramento o adeguamento degli immobili, diventando titolare di bonus, abbia a disposizione diverse opzioni per recuperare del tutto o in parte le spese sostenute: la detrazione fiscale in dichiarazione dei redditi diluita nel tempo, lo sconto in fattura da parte dell’impresa che ha realizzato gli interventi o la cessione del credito d’imposta maturato.

Oltre al superbonus, sono cedibili tutti i principali crediti collegati alla ristrutturazione, come l’ecobonus, il sismabonus e il bonus facciate. Per tutti loro l’Abi ricorda i tetti di spesa, le tipologie di pagamenti previste e le scadenze. Fa eccezione, tra gli altri, il bonus mobili, che non è cedibile.

Sono tre gli scenari nei quali conviene valutare la cessione. Quando si ritenga di non avere capienza reddituale sufficiente per recuperare in dichiarazione l’intero ammontare della spesa sostenuta; quando si voglia beneficiare delle agevolazioni senza utilizzare (del tutto o in parte) fondi propri; quando si voglia recuperare in un’unica soluzione l’importo, senza attendere anni.

La cessione richiede il superamento di un’istruttoria. Questa istruttoria non è gratuita per il cliente che deve sostenere dei costi che si differenziano da banca a banca.

Il credito può servire, nel caso in cui si eseguano i lavori con risorse proprie, a ricevere liquidità immediata, senza attendere i tempi di recupero delle detrazioni. Oppure, quando la banca abbia finanziato gli interventi agevolati, il credito serve a garantire il rimborso, del tutto o in parte, del cosiddetto «finanziamento ponte» erogato dalla banca.

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