Le compravendite di locali destinati a negozi ultimo baluardo del mercato immobiliare non residenziale
CIrca 27mila le transazioni riguardanti locali adibiti a negozio nel corso del 2020 a testimonianza di una fetta di mercato che resiste
All'interno di un panorama in regressione complessiva, nel 2020 l'unico baluardo a non accusare la flessione nel mercato immobiliare è stato quello riguardante la compravendita di negozi.
I dati delle compravendite di negozi restano il segmento con il più elevato volume di scambio dell’intero mercato immobiliare.
I dati nazionali e per area territoriale del 2020, del rapporto immobiliare 2021 riguardante gli immobili non residenziali, ovvero immobili a destinazione terziaria, commerciale e produttiva, i dati riferiti alle unità immobiliari destinate a Depositi commerciali, Uffici pubblici, Istituti di credito, Edifici commerciali, Alberghi e comparto Agricolo, in termini di stock immobiliare, i negozi rappresentano la tipologia edilizia con il numero di unità più elevato (poco più di 2,5 milioni di unità), che rappresenta oltre un quarto dello stock non residenziale.
Quasi 27 mila NTN (Numero di Transazioni Normalizzate) nel 2020, pari a quasi il 25% del totale degli immobili non residenziali scambiati.
Con riferimento all’IMI, cioè alla quota di stock compravenduta, delle tre principali aggregazioni sono invece gli uffici a presentare l’indice più alto (1,49%).
Tutte le macroaree territoriali italiane esprimono tassi negativi, per lo più a doppia cifra, e come in termini aggregati nazionali tutti e tre i segmenti hanno fatto registrare una compressione dei volumi compravenduti superiore al 10%. Considerando gli andamenti nazionali e dei soli capoluoghi del mercato delle tipologie non residenziali, in termini di volumi di compravendita, a partire dal 2004, l’andamento del numero indice NTN nazionale, con base 100 all’anno 2004, evidenzia come la flessione dei volumi di compravendita sia cominciata nel 2006, con un calo particolarmente accentuato negli anni 2008 e 2009. Dopo il biennio 2010- 2011, con le compravendite che contengono le perdite o addirittura accennano una piccola ripresa (produttivo), gli scambi sono nuovamente in rapido calo nel 2012, un andamento che si conferma, anche se con minore intensità, anche nel 2013. Nel 2014 e nel 2015 le flessioni si attenuano, mostrando i primi segnali di un’inversione di tendenza che si è poi concretizzata negli anni successivi con una ripresa, a tratti indebolita e con qualche eccezione (gli uffici in calo nel 2018), fino all’improvvisa inversione di tendenza del 2020.