Via libera del Ministero ai piani di ammodernamento di RFI e ANAS
Il Cipess approva l’aggiornamento dei Contratti di Programma. Per RFI 32 miliardi di euro in più
La Commissione del MIMS annuncia lo sblocco di ulteriori fondi per dare avvio ai progetti contenuti nel PNRR per l'ammodernamento delle strutture gestite da RFI e ANAS.
Il Piano Nazionale di Resilienza e Ripartenza smuove anche la rete ferroviaria italiana e a quella autostradale. Nei giorni scorsi è infatti arrivato il via libera del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile (Cipess) all’aggiornamento per gli anni 2020 e 2021 del Contratto di Programma – parte investimenti - tra Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims) e Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) e all’aggiornamento per il 2020 del Contratto di Programma tra Mims e Anas.
RFI può ora disporre e contrattualizzare nuovi finanziamenti per 31,69 miliardi in attuazione dei progetti inseriti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Le risorse derivano per 12,7 miliardi di euro dal Next Generation Eu, per 10,5 miliardi dal decreto sul Fondo complementare al Pnrr, per 3,8 miliardi dalla legge di bilancio 2020, per 3,7 miliardi dalla legge di bilancio 2021 e per 1 miliardo da altre fonti. I nuovi interventi sulle ferrovie previsti nel Pnrr consentiranno di ridurre il gap infrastrutturale tra Nord e Sud attraverso lo sviluppo dell’Alta velocità nelle Regioni del Mezzogiorno, la velocizzazione e il potenziamento della rete, il completamento dei corridoi ferroviari Ten-T e il rafforzamento di nodi e direttrici ferroviarie.
Nella stessa seduta il Cipess ha approvato l’aggiornamento del Contratto di Programma 2016-2020 tra il Mims e l’Anas che ora può disporre di ulteriori 2,27 miliardi di euro. Le risorse saranno destinate, tra l’altro, alla manutenzione programmata e al ripristino della viabilità nelle aree colpite dagli eventi sismici del 2016 con l’obiettivo di aumentare la sicurezza e la salvaguardia della rete stradale esistente. Le risorse saranno destinate per il 50% ad interventi nelle Regioni del Sud, mentre il 25% andrà sia alle aree del Nord che a quelle del Centro.