Imprese in crisi, posticipata la tagliola del nuovo codice
Il nuovo Codice della Crisi d’Impresa, con le sue norme stringenti, entrerà in vigore 6 mesi dopo il previsto, permettendo a molte imprese di sopravvivere
Slitta da settembre 2021 a maggio 2022 l’entrata in vigore delle regole stringenti del nuovo codice delle imprese che ne fissa i criteri da seguire in caso di crisi. L’insieme di regole approntato dal Ministero, ad oggi avrebbe messo fine a tante realtà imprenditoriali nel mondo edile così come sottolineato dall’ANCE.
Il Decreto Legge recante “Misure Urgenti in materia di crisi di impresa e di risanamento aziendale, approvato dal Consiglio dei Ministri e in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale” ha posticipato l’entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza dal 1° settembre 2021 al 16 maggio 2022. Rinviata al 31 dicembre 2023 anche l’applicazione degli indici di allerta finalizzati a far emergere la crisi prima dell’insolvenza.
Vengono, così, accolte le istanze dell’ANCE che in questi mesi ha proseguito le proprie iniziative presso tutte le sedi istituzionali, al fine di consentire un ulteriore rinvio della riforma della disciplina dell’insolvenza, necessaria anche a causa dell’emergenza sanitaria ancora in atto.
L’ulteriore proroga del Codice della crisi d’impresa giunge anche a seguito delle valutazioni dell’apposita Commissione di riforma, istituita lo scorso 22 aprile 2021, presso il Ministero della Giustizia, i cui lavori si sono conclusi nel mese di giugno 2021, con l’obiettivo di formulare proposte integrative e correttive al medesimo Codice.
Il Provvedimento contiene ulteriori disposizioni in materia di crisi d’impresa, tra le quali l’istituzione, a partire dal prossimo 15 novembre 2021, della “composizione negoziata della crisi” per agevolare il risanamento di impresa in stato di crisi (situazione di squilibrio economico-finanziario o patrimoniale), ma con potenzialità di restare sul mercato anche attraverso un processo di ristrutturazione aziendale (stato di crisi temporaneo e reversibile). Il nuovo istituto, di carattere stragiudiziale, e che si attiva su base volontaria, prevede l’intervento di un esperto indipendente (scelto da un elenco istituito presso le Camere di Commercio), con il compito di facilitare il risanamento dell’impresa. L’accesso alla composizione negoziata della crisi viene accompagnato con misure premiali di carattere fiscale (rateizzazione in sei anni delle imposte non versate non iscritte a ruolo, sanzioni ridotte, riduzione interessi sui debiti tributari).
Nel corso dell’ultimo anno si sono susseguiti una serie di interventi normativi volti a prorogare:
al 30 aprile 2022 (termine ordinario di approvazione dei bilanci 2021) l’obbligo di nomina degli organi di controllo per le s.r.l., in presenza di determinate condizioni;
la decorrenza delle segnalazioni d’allerta dell’Agenzia delle Entrate (dal 2023), dell’INPS e dell’agente della riscossione (dal 2022), come creditori qualificati circa la situazione di debito dell’impresa, nell’ambito della disciplina contenuta nel Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza.
Al riguardo, per l’Agenzia delle Entrate, è stato prorogato di un anno il termine di decorrenza dell’obbligo di effettuazione della citata segnalazione, prevedendo che questo coincida con i termini delle comunicazioni della liquidazione periodica IVA, relative al primo trimestre del secondo anno d’imposta successivo all'entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa.