Come rigenerare oggi le città. L’esempio del Parco Dora a Torino
Riqualificare e progettare spazi vivibili senza consumare altro suolo è possibile, grazie a una intensa collaborazione tra i professionisti più vari, dall’urbanista all’architetto progettista e del paesaggio, dall’ingegnere edile al sociologo
Oggi cresce la politica di riciclo a scala urbana nel rispetto delle politiche di sostenibilità ambientale in cui si sottolinea la necessità di realizzare progetti che portino alla rigenerazione del tessuto urbano di quartieri già abitati, riducendo il consumo di suolo edificato.
Pensando alle grandi città molto spesso vengono alla mente immagini di periferie abbandonate, edifici industriali, assenza di servizi e luoghi ricreativi, parchi e giardini pubblici in condizioni di degrado. Per contrastare questi contesti assumono sempre più importanza gli interventi e i progetti di rigenerazione urbana.
La rigenerazione urbana porta con sé il concetto di riqualificazione e progettazione di spazi vivibili, un insieme di azioni volte al recupero e miglioramento di luoghi, contrastando il consumo di suolo edificato. Rigenerare permette alla comunità di riappropriarsi nuovamente di spazi pubblici con evidenti miglioramenti nella sfera sociale, ambientale ed economica. I risultati sono frutto di una intensa collaborazione tra i professionisti più vari, dall’urbanista con le sue analisi per il dimensionamento dei servizi pubblici (parcheggi, aree verdi, servizi di interesse generale), all’architetto progettista e del paesaggio per la delineazione delle aree verdi, dall’ingegnere edile al sociologo.
In Italia ci si muove verso la promozione di queste iniziative progettuali e sociali. Difatti, con la recente Legge di Bilancio 2020 saranno stanziati ai comuni notevoli fondi monetari destinati a progetti per la riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale. Tuttavia, in questi anni molte città si sono attivate in proprio per recuperare spazi periferici abbandonati così da poter generare nuovi luoghi. Vale la pena di citare il caso del Parco Dora di Torino, un buon esempio di archeologia industriale in una città fortemente permeata dall’industrializzazione e che ancora oggi conta diverse aree abbandonate.
Questo progetto di rigenerazione è stato avviato dal Comune di Torino che ha voluto la ridefinizione di un luogo ormai in disuso, incrementando il valore del quartiere in cui si colloca: da stabilimento di produzione della Fiat a luogo sociale e ricreativo. Un progetto che non ha stravolto l’immagine storica del luogo e ne ha mantenuto l’impronta industriale caratteristica, rendendolo innovativo ed originale. L’area è diventata un parco post-industriale che durante l’anno ospita alcuni grandi eventi musicali e manifestazioni sportive.
In conclusione, si tratta di una politica di riciclo a scala urbana nel rispetto delle politiche di sostenibilità ambientale in cui si sottolinea la necessità, sempre di frequente, di realizzare progetti che portino alla rigenerazione del tessuto urbano di quartieri già abitati, riducendo il consumo di suolo edificato e cementificato.