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La finestra non è solo fonte di luce

L'architettura è il grande gioco dei volumi sotto la splendida fonte di luce

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L'architettura è il grande gioco dei volumi sotto la splendida fonte di luce: parafrasando l'affermazione di Le Corbusier per edificare resta necessario avere una serie di “aperture” per entrare o uscire da esse, per far entrare la luce del sole, luce che illumina quello che è lo spazio interno fruibile, abitato e utilizzato dall’uomo. 

L'Architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico dei volumi sotto la luce”. La celebre frase di Le Corbusier è un’affermazione che ha influenzato tutta una schiera di progettisti, compreso il sottoscritto. Alla stessa maniera però la nobile arte dell’edificazione, diventa tale quando riesce a disegnare non soltanto volumi ma dare qualità allo spazio racchiuso dall’involucro esterno. Quindi è sicuramente la forma dello spazio interno a definire la qualità ed il carattere dell’architettura. Questa premessa mi porta al punto che ha dato il titolo all’articolo. I volumi che caratterizzano tutte le nostre nobili architetture, le costruzioni antiche e moderne, fino ad arrivare all’edilizia contemporanea dei nostri giorni, hanno e devono avere una serie di “aperture” per entrare o uscire da esse, per far entrare la luce del sole, luce che non serve soltanto ad esaltarne il volume, ma per illuminare quello che è lo spazio interno fruibile, abitato e utilizzato dall’uomo.

Le murature portanti delle costruzioni del passato, sconsigliavano aperture frequenti nei muri e di conseguenza le finestre venivano distanziate e organizzate tra pieni e vuoti in modo da disegnare il prospetto dell’edificio. Una caratteristica che definisce le facciate dei palazzi nobiliari sono proprio le aperture finestrate che dal rinascimento in avanti, mutata la funzione di fortezza del palazzo, si aprono all’esterno e si arricchiscono di fregi, di timpani, di cornici di ornamentazioni che variano al mutare degli stili e della cultura del tempo.

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Il carattere del palazzo Farnese di Roma progettato in origine di Antonio da Sangallo agli inizi del 1500 sta proprio nella successione delle apertura finestrate che organizzano la possente volumetria. Le aperture disposte su tre livelli, disegnano un ritmo, una sequenza che si ripete nel primo e nel terzo piano con lo stesso motivo, mentre al secondo, quello nobile, le aperture si arricchiscono, alternando timpani tondeggianti a timpani triangolari. Le finestre che caratterizzano le architetture barocche e soprattutto quelle rococò si fanno notare invece per la loro fantasia formale, compaiono forme ovali, tonde con perimetri mistilinei che sostituiscono i classici rettangoli. La cornice del vano si arricchisce di stipiti e modanature decorate, i frontoni superiori si nobilitano con timpani ricurvi, spezzati, concavi o convessi per accogliere figure, statue e ghirlande di fiori o frutta.

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Per arrivare alla finestra a nastro, conseguenza della facciata libera, si deve aspettare l’invenzione della struttura in cemento armato, senza dimenticare la libertà espressiva e le sperimentazioni liberty.  Le finestre Liberty, Art Noveau o Floreale in Italia, assumono forme audaci, dove la fantasia giocando con la flessuosità della linea curva si arricchiscono di strutture metalliche, stucchi e rilievi di ogni genere. Ritornando però ai giorni nostri, la finestra o l’intera facciata vetrata perso qualsiasi decoro che la nobilitava, ha acquistato la capacità di garantire non solo la luce ma quella di sfruttare l’energia solare.

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Attraverso vetri fotovoltaici, che assorbono le radiazioni del sole, producono ed accumulano energia pulita che viene utilizzate per le esigenze domestiche.

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