Cookie Consent by FreePrivacyPolicy.com

Assicurazioni obbligatorie per i danni da calamità

La proposta di ISI per gli immobili privati contro i danni calamitosi in attesa di misure preventive sistemiche

  • ISI_Calamità naturali frana.jpeg

L’Ing. Andrea Barocci Presidente di ISI (Ingegneria Sismica Italiana):  "L’assicurazione obbligatoria, per quanto possa apparire come un’ulteriore tassazione, dovrebbe in maniera critica essere confrontata con quanto sostenuto giornalmente da ogni cittadino attraverso le accise sui carburanti inserite nella quantità di 12 centesimi per litro a partire dal 1968".

Le straordinarie alluvioni del mese scorso, così come i terremoti, sono eventi naturali non prevedibili che ogni qualvolta accadono mettono a dura prova lo stato italiano chiamato a intervenire con importanti esborsi economici. A disastro avvenuto la macchina della ricostruzione riparte con urgenza e si porta con sé tutte le difficoltà e i ritardi dovuti allo stato di emergenza.

L’istituzione dell’assicurazione obbligatoria sugli immobili privati, in attesa di efficaci misure di prevenzione che necessitano tempi e procedure più complesse, è strumento adeguato per far fronte ai danni provocati da calamità naturali. Si tratta di un tema ricorrente affrontato non solo dalla politica, ma anche da ricercatori, Enti, Associazioni e Ordini professionali.

Negli ultimi anni si sono succedute tante proposte di legge. Tra queste si ricordano il disegno di legge “Istituzione di un’assicurazione obbligatoria contro i rischi derivanti da calamità naturali nonché di un Fondo per la sicurezza e l’efficienza energetica degli edifici” presentato da ENEA nel 2013 e quello del 2019 facente capo alla Deputata Michela Rostan che prevedeva l’avvio di un programma nazionale per l’assicurazione obbligatoria degli edifici privati contro i danni provocati da eventi naturali.

In merito a tale possibilità, con un contributo strettamente legato agli eventi sismici, si sono espressi Fondazione ANIA, che in un articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore afferma: “Secondo stime, purtroppo, nel nostro paese, il 78% delle abitazioni è esposto a un rischio medio-alto o alto di terremoto o alluvioni”, l’ex Ministro Stefano Patuanelli e in ultimo, in relazione all’alluvione che ha messo in ginocchio i territori delle province della Romagna, il governatore del Veneto Luca Zaia in un’intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale.

Stime alla mano, è ormai ben noto come gran parte degli edifici esistenti in Italia non sia in grado di sopportare un’eventuale azione sismica. ISI - Ingegneria Sismica Italiana la cui mission aziendale  da sempre dà valore alla divulgazione della cultura della sicurezza di strutture e infrastrutture, sostiene la necessità di mettere a punto una strategia e un’efficace e adeguata politica di prevenzione.

L’assicurazione obbligatoria, per quanto possa apparire come un’ulteriore tassazione, dovrebbe in maniera critica essere confrontata con quanto sostenuto quotidianamente da ogni cittadino attraverso le accise sui carburanti inserite nella quantità di 12 centesimi per litro a partire dal 1968 proprio per far fronte ai costi sostenuti dallo Stato derivanti dalla ricostruzione a seguito degli ultimi terremoti.

Un confronto tra assicurazioni in un libero mercato, al pari di quello delle automobili, permetterebbe ai singoli di avere immediato riscontro e consapevolezza -attraverso il premio da pagare- sul livello di sicurezza del proprio immobile.

Occorre anche tenere conto che in caso di calamità naturali le compagnie si troverebbero a dover liquidare in contemporanea capitali molto alti, quindi sarebbero utili politiche virtuose come quelle adottate da altri paesi: in caso di evento una percentuale rimane in capo al cittadino, un’altra in capo allo Stato e il restante in capo all’Assicurazione. Per evitare sovraesposizioni immediate da parte delle Assicurazioni, lo Stato potrebbe intervenire come fondo di garanzia con percentuale variabile e piano di rientro pluriennale.

Si precisa che l’assicurazione obbligatoria sugli immobili privati non rappresenta la soluzione al problema, ma uno dei possibili passi per avviare un percorso virtuoso e complesso che abbia come meta finale la cultura della prevenzione e della messa in sicurezza di strutture e infrastrutture.

Se vuoi commentare questo articolo effettua il login.